Zuleika apre gli occhi

Zuleika apre gli occhi

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«Il grande romanzo russo non è finito.»
Le Figaro Magazine

«C'è qualcosa che la Jachina riesce a comunicare con l'incredibile esattezza di una lama: l'attitudine femminile all'amore.»
The Moscow Times

«Un romanzo scritto con un materiale particolarissimo, una sostanza affine al cuore umano.»
El País - Almudena Grandes

«Un affresco maestoso delle singole vite intrappolate in una delle più grandi tragedie del XX secolo.»
The Times

«Nella tradizione di Lev Tolstoj, Guzel' Jachina mostra la condizione dei più deboli quando rimangono travolti dal vortice della storia.»
Los Angeles Review of Books

«Il primo romanzo di Guzel' Jachina, ambizioso e tentacolare, ci ricorda quanto fosse brutale il sistema sovietico… Emozionante e ricco di colpi di scena, Zuleika ci riporta in un'epoca lontana.»
The New York Times Book Review

«Con passo lieve, quasi sussurrato, quasi fiabesco, estremamente cinematografico come i suoi studi, Guzel' Jachina ripercorre il destino dei kulaki sovietici nell'affresco di «Zuleika apre gli occhi». »
Robinson - la Repubblica - Susanna Nierenstein

«Un inno potentissimo all'amore a alla tenerezza anche all'inferno. »
Ljudmila Ulickaja

«Guzel' Jachina ha saputo intrecciare amabilmente il respiro dei grandi romanzi russi al folklore della sua terra d'origine.»
Avvenire

Questo romanzo non è solo uno squarcio su un periodo della storia russa, né è soltanto la storia straordinaria di un amore filiale forte come pochi nel panorama letterario contemporaneo. Zuleika apre gli occhi è la Storia nella storia, in una miscela talmente rarefatta e intensa da catapultarci fuori del tempo, fra antichi usi, sopraffazioni radicate, una suocera-arpia, un marito-despota e Zuleika-Cenerentola.
Difficile credere che dietro a questo osannato e pluripremiato romanzo-rivelazione ci sia una scrittrice esordiente, ma così è: al suo debutto letterario, Guzelʼ Jachina riesce nellʼintento di innestare nelle spire sovietiche di una Storia devastante come fu la dekulakizzazione degli anni Trenta del Novecento (con le sue centinaia di migliaia di deportati) la piccola – banale, ma esemplare – vicenda di una donna come tante. Altrettanto difficile è credere che possa averlo fatto con una scrittura che il romanzo storico, pur se sui generis, mai aveva conosciuto. Intima e distesa, la narrazione ricorda la voce calda e profonda dei ʼfuori campoʼ dei vecchi film epici; sapide e affilate, le descrizioni introducono in una realtà altra nel tempo e nello spazio senza nulla concedere allʼesotismo da cartolina; fresca nonostante lʼargomento rovente, agile nonostante il piombo degli eventi narrati, visiva, cinematografica quasi (e dalla cinematografia viene infatti lʼautrice), la scrittura offre con una leggerezza quasi straniante lʼorrore di ciò che accade.
In mezzo allʼorrore, tuttavia, si accende una luce: quella ‘bontà illogicaʼ, quellʼ‘umano nellʼuomoʼ che si ostina a sopravvivere anche là dove dellʼumanità sembra non restare più traccia.
Fra la neve delle lande russe più desolate si fa dunque strada unʼeroina indimenticabile, degna erede delle grandi donne della letteratura russa.

Dettagli libro

Sull'autore

Guzel' Jachina

Guzel' Jachina è nata a Kazan’, nel Tatarstan, nel 1977. È giornalista, scrittrice e sceneggiatrice. Esordisce nel 2015 con Zuleika apre gli occhi, romanzo di grande successo in Russia e tradotto in più di 40 paesi, per il quale ha vinto diversi premi importanti come il Russia Big Book Literary Award e il premio Jàsnaja Poljàna. In Italia è stata insignita nel 2020 del Premio letterario internazionale Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Con Figli del Volga ha vinto il premio Ivo Andríc e il Georg Dehio-Buchpreis. 

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